La presbiopia è uno dei disturbi oculari più comuni al mondo, con oltre il 20% della popolazione che ne soffre. Secondo sciencedirect.com, questo numero crescerà a 1,8 miliardi entro il 2050. In Italia, circa 28 milioni di persone sono affette da questa patologia, secondo i dati della Società Italiana di Oftalmologia. La presbiopia è causata dalla perdita di elasticità del cristallino, una lente presente nell’occhio che con il passare degli anni diventa meno efficiente. Fortunatamente, esistono interventi per migliorare la qualità della vista e la vita della persona colpita.
Recentemente, il Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano ha presentato una ricerca sulla percezione della presbiopia nella popolazione italiana. È emerso che il 75% del campione di persone tra i 40 e i 60 anni associ la presbiopia alla vecchiaia, il 43% cambia il proprio stile di vita a seguito dell’insorgenza del problema, ma solo il 50% conosce gli interventi per correggerlo. Secondo il direttore scientifico del centro, Lucio Buratto, questi risultati sono in linea con quanto visto nei consulti medici. Molti, di fronte a questo difetto fisiologico che insorge tra i 40 e i 50 anni, percepiscono la presbiopia come un segnale dell’inizio della vecchiaia e soffrono anche dal punto di vista psicologico. Ad esempio, quando non riescono a leggere il menu in un ristorante con amici, possono provare un notevole imbarazzo.
Secondo la pubblicazione “Passi d’argento” dell’Istituto Superiore di Sanità (2020-2021), gli ultrasessantacinquenni che affrontano problemi di vista spesso si sentono isolati socialmente o sono afflitti da problemi depressivi. Tuttavia, la fascia di età tra i 45 e i 65 anni è molto più attiva rispetto al passato, con persone che praticano sport e prestano molta attenzione alla prevenzione e alla cura del proprio corpo. Perché dovrebbero sentirsi vecchie quando non lo sono? La necessità di dover indossare occhiali o lenti a contatto e il senso di tristezza associato all’invecchiamento potrebbero portare a uno stile di vita meno attivo e più sedentario.
Il direttore del Centro di Alta Microchirurgia Oculare (CAMO), Buratto, sostiene che il difetto visivo può essere corretto o eliminato, ma è importante che il paziente vada da uno specialista per evitare pasticci. Tra i 40 e i 50 anni, un breve trattamento laser potrebbe essere sufficiente, mentre dopo i 50 anni, sostituire il cristallino con una lente intraoculare potrebbe correggere la presbiopia e prevenire la cataratta. Non ci sono motivi per accettare la presbiopia come un segno di vecchiaia irreversibile, e correggerlo può portare molti vantaggi al benessere personale.
Secondo Buratto, il paradigma è cambiato, e la presbiopia non è più un segno di vecchiaia, ma un segnale che è necessario prendersi cura della propria indipendenza visiva.