L’app è in grado di rilevare fino a 16 malattie visive differenti analizzando lo sguardo.
Sviluppata e testata con successo una nuova app chiamata Apollo Infant Sight (AIS) che utilizza l’intelligenza artificiale per aiutare medici e genitori a diagnosticare precocemente disturbi della vista in bambini molto piccoli, anche sotto i 2 anni. L’app è in grado di distinguere con precisione tra 16 diversi disturbi oftalmici solo attraverso lo studio dello sguardo del bambino. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, è stato condotto da ricercatori dell’Università Sun Yat-sen in Cina. Per sviluppare l’app, gli esperti hanno registrato i video di 3.652 bambini cinesi di età non superiore ai 48 mesi.
Sono stati effettuati due studi clinici e un’ulteriore sperimentazione domestica per validare questo sistema. AIS ha acquisito fotogrammi dei bambini che guardavano video simili a cartoni animati per identificare i problemi visivi e ha distinto con precisione 16 disturbi oftalmici analizzando tratti facciali, comportamenti di sguardo e movimenti oculari durante gli stimoli visivi. I bambini piccoli, specialmente i neonati, non sono in grado di sottoporsi a test visivi standard, il che rende difficile individuare precocemente eventuali disturbi. Per questo motivo, ciò che è stato sviluppato è uno strumento di facile utilizzo per il rilevamento dei problemi visivi nei bambini piccoli. I ricercatori hanno acquisito oltre 25.000.000 di fotogrammi video dei 3.652 bambini utilizzando AIS.
La app Apollo Infant Sight (AIS) è stata convalidata in tre fasi: nelle prime due fasi, il personale clinico ha sottoposto i bambini a esami oftalmici e volontari addestrati hanno raccolto video. Nella terza fase, i genitori di un gruppo di bambini sono stati reclutati online per validare l’uso della app a casa. Anche se non esperti, i genitori hanno registrato i video dei loro figli seguendo le istruzioni della app. Tutti i bambini sono stati sottoposti a esami oftalmici presso una clinica. La sensibilità e la specificità della app sono risultate elevate sia quando usata da oculisti sia quando usata dai genitori, il che potrebbe aiutare a identificare tempestivamente i bambini con problemi visivi e ad indirizzarli agli oftalmologi pediatrici per un trattamento precoce. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine.