La retinopatia diabetica rappresenta una delle complicanze più gravi del diabete, capace di compromettere seriamente la vista fino a causare cecità legale. In questo contesto, l’intelligenza artificiale si propone come una soluzione rivoluzionaria per migliorare lo screening di massa, aumentando l’aderenza ai controlli e riducendo le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari. Questa innovazione è al centro del Manifesto elaborato dagli oculisti dell’AIMO, presentato durante il 19° Forum Risk Management di Arezzo. Secondo il dottor Alberto Piatti, responsabile dell’Oculistica Territoriale presso l’ASL To5, l’AI ha il potenziale per automatizzare fino al 30% delle attività sanitarie, contribuendo a colmare il deficit di operatori previsto entro il 2030 nei paesi OCSE. In Italia, con una prevalenza stimata del 30% tra i pazienti diabetici, la retinopatia colpisce circa un milione di persone, rendendo lo screening precoce una priorità fondamentale. L’assenza di sintomi nelle fasi iniziali sottolinea l’importanza di programmi diagnostici tempestivi, capaci di prevenire l’evoluzione della malattia verso forme avanzate. Attualmente, lo screening si basa su retinografi digitali non midriatici e refertazioni in telemedicina, ma l’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una svolta decisiva. Studi recenti, tra cui una ricerca della John Hopkins University, dimostrano come l’uso di AI autonoma incrementi significativamente l’adesione ai controlli, soprattutto tra le fasce di popolazione più svantaggiate. Algoritmi avanzati hanno inoltre mostrato una sensibilità del 100% nell’identificare le forme critiche da approfondire, riducendo quasi a zero la possibilità di falsi negativi. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha già approvato l’uso di AI autonoma per la refertazione della retinopatia diabetica, un esempio che potrebbe ispirare una più ampia adozione anche in Italia. Durante il Forum di Arezzo, AIMO e GOAL hanno sottolineato l’importanza di combinare telemedicina e AI per migliorare la gestione delle principali patologie oculari croniche, come il glaucoma e le malattie vascolari retiniche. Tuttavia, per garantire un utilizzo efficace e sicuro di queste tecnologie, gli esperti sottolineano la necessità di una formazione adeguata per il personale sanitario e una corretta divulgazione medica. L’obiettivo resta quello di costruire un’alleanza tra medico e paziente, sfruttando l’innovazione per migliorare le diagnosi, personalizzare i trattamenti e prevedere l’andamento delle patologie croniche più diffuse. Grazie all’intelligenza artificiale, l’oftalmologia si prepara a un cambiamento significativo, con ricadute positive sulla qualità e sull’equità delle cure.