La biostampata 3D (bioprinting 3D) è una nuova tecnica di creazione di tessuti organici che si esegue lavorando con particolari bioinchiostri. Negli ultimi decenni, questa tecnica ha mostrato un notevole potenziale per quanto riguarda la costruzione in laboratorio di tessuti umani. In particolare, un nuovo studio, come spiega azom.com, cerca di capire proprio le potenzialità tecniche e in che modo questa potrebbe essere usata per realizzare cornee che vadano a sostituire quelle danneggiate. Da questo punto di vista le premesse, per il momento, fanno ben sperare.
A seconda delle patologie gravi, la cornea può essere sostituita attraverso tecniche quali la cheratoplastica e la cheratoprotesi. Tuttavia, negli ultimi tempi, sta appunto avanzando la biostampa 3D, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di cornee artificiali. Nell’articolo, infatti, viene spiegato come le cornee, in teoria, risulterebbero relativamente facili da costruire tramite questa tecnica essendo fatte solo da tre strati separati. Il componente più difficile da realizzare, tuttavia, è lo stroma. Questo particolare strato deve avere delle caratteristiche, tra cui alcune meccaniche, speciali, difficili da ottenere tramite un processo di “biostampa”.
Nonostante le difficoltà, negli ultimi anni si sono ottenuti importanti progressi con l’utilizzo di idrogel e con le cellule staminali stromali corneali. Queste cellule staminali possono essere prodotte a partire dalla cornea prelevata da un corpo deceduto. Secondo i ricercatori utilizzare queste cellule staminali insieme alle tecniche di bioprinting potrebbe rendere più agevole la realizzazione di cornee in laboratorio non tanto per fini di trapianto, ma per costruire analoghi corneali che possano essere usati come modelli ex vivo per analizzare la fisiopatologia dell’occhio.
Così facendo, entro 10 anni circa per mezzo della tecnica del bioprinting e in generale con le nuove tecnologie di rigenerazione dei tessuti sarà possibile realizzare una cornea clinicamente utilizzabile con tutti e tre gli strati cellulari differenziati. Questo sarebbe ovviamente un grande successo, perché permetterebbe di risolvere i problemi relativi al trapianto di cornee prelevati dai donatori potrebbero essere risolti.