Al giorno d’oggi a causa della facilità con cui possiamo reperire e usufruire dei farmaci e degli antibiotici, abbiamo sviluppato una resistenza sempre maggiore ad essi, con conseguente possibilità di una riduzione degli effetti. Anche in ambito oftalmologico, l’antibiotico-resistenza è un fenomeno in forte crescita e che per anni è stato trascurato. Spesso il problema è stato trattato e discusso per altre branche della medicina, ma molto poco in oftalmologia e in relazione alle patologie oculari, in cui l’utilizzo di antibiotici è molto diffuso.
I dat raccolti da una survey condotta da DoT Tech per Théa Farma su 150 oftalmologi italiani testimoniano tutto ciò. L’indagine, realizzata nel periodo novembre – dicembre 2020, ha fatto emergere una fotografia recente sulla resistenza agli antibiotici nelle infezioni oculari.
Il 60% degli specialisti coinvolti ha concordato che l’antibiotico resistenza un problema rilevante per l’oftalmologia, soprattutto in presenza di congiuntiviti che sono risultate essere le infezioni della superficie oculare con una maggior incidenza di resistenza batterica, seguite dalle cheratiti e dalle blefariti.
“Le infezioni della superficie oculare con una maggior incidenza di resistenza batterica sono le congiuntiviti. Vengono trattate con colliri a base di antibiotici ma spesso la terapia non è seguita nella maniera corretta e possono, di conseguenza, generarsi delle resistenze – ha detto il Prof. Luca Rossetti, Direttore Clinica Oculistica Ospedale San Paolo di Milano –. Le tre regole fondamentali per trattare un’infezione oculare sono: cercare di utilizzare l’antibiotico giusto con il dosaggio giusto e per un periodo di tempo giusto. L’utilizzo per lunghi periodi di bassi dosaggi, che servono soltanto a ridurre la carica microbica e ad aumentare la possibilità di isolare ceppi resistenti, non solo non cura l’infezione, ma genera nel tempo delle colonie batteriche resistenti. Quando abbiamo congiuntiviti che si susseguono in tempi rapidi è logico pensare ad una recidiva ed incerti casi sarà necessario ricorrere ad un tampone congiuntivale per definire con esattezza l’agente microbico ed impostare una terapia mirata”.
Sempre secondo i dati della Survey il 98% dei clinici, considerando la propria casistica clinica degli ultimi 6 mesi di attività, ha riferito fenomeni di antibiotico-resistenza in un range di pazienti compresi fra il 10% e 30%, cioè circa 50.000-100.000 pazienti all’anno. Il responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli e Segretario AICCER (Associazione Italiana Chirurgia della Cataratta e Refrattiva), prof Vincenzo Orfeo per descrivere lo scenario attuale non ha usato giri di parole: “Oggi cominciamo a capire che le resistenze sono qualcosa che ci riguarda da vicino. Il fenomeno è tangibile ed in crescita soprattutto a livello ambulatoriale e quando il paziente si presenta con l’occhio rosso bisogna prescrivere l’antibiotico indicato per evitare di indurre resistenze”.
In Italia, tra l’altro, dal report dell’AIFA, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa e risulta, nella maggior parte dei casi, al di sopra della media europea. Nel nostro Paese ogni anno, dal 7 al 10 per cento dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multiresistente con migliaia di decessi.
Emerge quindi in maniera chiara la necessità di pensare e riflettere su come poter agire nel migliore dei modi, cercando di evitare o prescrivere antibiotici solo nei casi opportuni.